Anno 1981
Alla conquista delle Alpi Francesi per spedire cartoline agli amici.
Sei giorni di fatiche e tredici colli per tre fiorentini pieni di brio.
Venerdì ore 13,30
Tre fiorentini, il sottoscritto Giuliano Pelacani, Giuseppe Bargiacchi della Soc. Due Strade e Vittorio Zanoboni della Soc. Alfa Cure, mimetizzati fra valigie, tubolari, ruote, marmellate e zuccherini, più tre biciclette appollaiate su una Fiat 131 lasciano Firenze:destinazione Briancon. Si parte alla conquista delle Alpi francesi, in programma 13 colli in 6 giorni, oltre 800 km di pedalate.
Sabato
Tre fiorentini, il sottoscritto Giuliano Pelacani, Giuseppe Bargiacchi della Soc. Due Strade e Vittorio Zanoboni della Soc. Alfa Cure, mimetizzati fra valigie, tubolari, ruote, marmellate e zuccherini, più tre biciclette appollaiate su una Fiat 131 lasciano Firenze:destinazione Briancon. Si parte alla conquista delle Alpi francesi, in programma 13 colli in 6 giorni, oltre 800 km di pedalate.
Sabato
Prima uscita in territorio francese:Passo del Monginevro e Col de l’Echelle.
Zanoboni ci fa notare come il cicloturismo francese sia particolarmente sviluppato, ma come la qualità, secondo lui, sia molto scadente. Per lui l’immagine del ciclista con scarpe da ginnastica su bicicletta con tre moltipliche e piena di borse, è un offesa al decoro di tale sport.
Domenica -Passo del Lauteret e Galibier da entrambi i versanti.Dopo aver attaccato il Lauteret insieme ad un gruppo di pedalatori francesi e aver imposto ovviamente il nostro “ritmo italiano”, scaliamo il Galibier con molta calma gustando in pieno il meraviglioso panorama che tale montagna offre.
Ore 11: rifiuto categorico di farsi le rituali foto ricordo sul passo del Telegraph, se non dopo averlo scalato dal versante classico di St. Michele de Maurienne, cosa che viene fatta ma che è pagata a caro prezzo sul Galibier versante di Valloire. A parte la durezza di tale salita io ed il Bargiacchi accusiamo una violenta crisi, da Plan Lachat alla vetta è un vero calvario. Si rivede Briancon alle 20,30 , Zanoboni è molto preoccupato.
Lunedì- LaBonnetteore 5- Zanoboni, dopo aver scartabellato le sue cartine per tutta la nottata, mi sveglia-
-ho trovato una bella salita, il passo più alto d’Europa, La Bonnette m. 2806, bisogna trasferirsi in zona immediatamente, ci sono circa 120 km di auto - Io resto a letto!- mugugno. Bargiaccchi, che ha appena socchiuso gli occhi, dà una risposta ancor più lapidaria limitandosi a girarsi dall’altra parte del letto ovviamente richiudendo le pupille infastidite per quella apertura improvvisa.
Ore 5,30 - tre biciclette sull’auto e partenza per Barcellonette; nè io nè Bargiacchi abbiamo resistito alle guancialate inflitteci da Zanoboni.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQbjFJlefbzUyJa4IRve3Trudg9zWkQShE_ExgQnQfUzbGJoyssfJr4cEW2LAfjuVONrkLiappAElpLIHqXgSbjEWciJpzmB2mPaapGgqcRnDFZDmO22sdf6ES8rsnv8MrNi5s3bmW6wo/s1600/clip_image001.jpg)
La strada si snoda fra rocce secolari e si perde fra queste per poi improvvisamente riapparire senza che lo sguardo possa riuscire a cogliere lo svolgimento serpentino della stessa. Quando arrivo in cima al Restfond, il passo che dà l’accesso alla Bonnette, vedo appoggiata ad una roccia su un tornante, una bicicletta, ma è una bici? In effetti sembra più un insieme di fagotti borse e valigie, soltanto dai pedali capisco l’identità del mezzo. Più in là un uomo, dall’aspetto molto stanco, sta mangiando una focaccia che sembra più grande di lui, ha le labbra bianche di sudore, scarpe da ginnastica rotte. Borbotta qualcosa, mi pare di capire che ha già scalato tre colli e adesso sta ripartendo per Grenoble, le sue vacanze sono queste.
Non rimonto in bici fin quando non lo vedo scomparire dal versante opposto, pedalando agilissimo anche in discesa. Affronto l’ultimo km di salita verso i 2806 mt. E ovviamente facciamo le rituali foto facendo scrupolosa attenzione affinchè appaia e ben a fuoco l’altitudine scritta su una lapide. Prima di ripartire per Briancon passa più di un'ora, Zanoboni deve scrivere le sue 50 cartoline per parenti e amici, rito che ripete in cima ad ogni colle.
Martedi -Croix de Fer e Alpe d’Huez
La seconda salita ci fa dimenticare l’ascesa alla Croix, che pur essendo dura nella prima parte, non ha niente a che vedere con i terribili 13 km che portano alla stazione sciistica di Huez.
Zanoboni ci consola dicendo che anche Merckx in un Tour de France, pur vincendo questa tappa, dopo aver tagliato il traguardo, svenne.
Mercoledi -Vars e Izoard-
E’ una giornata terribile sia per le asperità sia per gli incidenti meccanici. Dopo 10 km primi sghignazzi di Zanoboni per uno strano rumore che la mia bicicletta emette dal movimento di centro, dopo 25 km sghignazzi più frenetici per un altro rumore che proviene dalla parte anteriore della bici del Bargiacchi, dopo 35 km silenzio di Zanoboni e ricerca affannosa di un meccanico; anche la sua superleggerabiciclettisima è in panne.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKvUWFs10ijaG1r_AEg4ARD4wGGM-6oyL8YsOVLxFS2L80sfnymFJgOIdAfY6r-XbKX7EF4w-KfoZ0Qoc4Yo0ENrRLEmrv87a5sL0knMTV0VjG8-KzxrZRgq-RFKQ9bCDrcHtbv_eLSes/s400/clip_image001.jpg)
Ormai il sottoscritto e il Bargiacchi abbiamo lasciato soltanto lo Zanoboni a difendere il prestigio del cicloturismo italiano in quanto ci siamo allineati alla mentalità francese, riposi molto frequenti, fotografie naturiste, bivacchi con mucche francesi. Non gustiamo nemmeno il fascino del mitico Izoard in quanto la stanchezza ci ha, oltre che tagliato le gambe, anche fiaccati nel morale. Io non tiro più nemmeno il 28. La foto al monumento di Coppi è un rituale che non apprezzo, sono semplicemente nauseato dalle salite.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAmd5u8YFt8abStM_9zAmW-v8RdcxxIKUUCyaaDN1PMyLAryOmnjaiPdElW85Ps0v5r3QaZWe2k3NE3ICPlL7fruZPRii3ibzhHimvyU04epUICF7VcjIa7Gwlh4My9csXecIpuPyQ9C0/s1600/clip_image001.jpg)
Giovedi -Trasferimento a Susa per l’ultima tappa-
Venerdi- Moncenisio,Iseran e Moncenisio versante francese-
Più rinfrancati dopo un giorno di riposo superiamo ancora una volta l’altitudine dello Stelvio,2770 mt. dell’ Iseran, ma la durezza di tale ascesa non ci ricorda nemmeno lontanamente quella della regina delle salite.
Comunque la piccola strada che porta alla vetta dell’ Iseran è bellissima, con i suoi panorami aperti, i ghiacciai che quasi si toccano. Dopo aver comprato l’ennesimo gagliardetto e dopo aver finito l’ultima dose di zucchero e marmellata, troviamo ancora la forza di salire a tutta il Moncenisio versante francese.
SabatoCon qualche chilo in meno, sia per la fatica, sia per i pasti consumati a zuccheri e le cene francesi a base di minestre con cavoli e barbabietole, partenza per Firenze.
Ore 11- Nel silenzio noioso del viaggio di ritorno ognuno ripercorre con la mente le strade e i paesi attraversati, risente le battute dette, rivede le persone incontrate, sente i profumi e i silenzi delle montagne, lo scampanio delle mucche al pascolo che si mescolano con i rintocchi di una chiesina di una vallata. Si fanno mentalmente i conti sul chilometraggio effettuato, il totale altimetrico raggiunto. Io mi sento veramente stanco, quest’anno forse ho esagerato, ho in mente addirittura l’idea di vendere la bicicletta.
Ore 15 -Firenze è vicina-
Uno strano rumore si avverte sull’auto.. anche le biciclette hanno avuto un sobbalzo di gioia !
da Bicisport Maggio 1982
2 commenti:
Mi interessa avere un resoconto della sardegna, può contattarmi
Tanto e tanto tempo fa tre intrepidi partirono ... e oggi c'è chi li attende ancora verso altre vette ancor' più alte di allora (2014).
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